

UNO CHALET IN PARADISO
Published on number 40 of Images, novembre 2017
La vista spazia di 360° sulle montagne della Valle d’Aosta, dal Monte Bianco al massiccio del Rosa, passando per il Cervino… ad un passo dall’Alta Savoia con uno sguardo alla vicina Svizzera; siamo in “un piccolo angolo di paradiso”! Famiglia, antenati, generazioni di uomini di montagna trasmettono non solo cultura e passioni ma ti vincolano ad amare quel bene prezioso che il destino ti ha riservato che è il territorio dove sei nato. Immerso nella natura alpina a circa 1900 metri di quota, il piccolo mayen un tempo rappresentava il riparo estivo dei montagnard, poi lasciato con l’incalzare dell’evoluzione temporale. Oggi è stato recuperato e ristrutturato completamente e ritorna a far vivere territori familiari ormai abbandonati ma di grande interesse ambientale e naturalistico.
Sull’intero arco alpino l’architettura ha tratti simili per i materiali che accomunano le costruzioni, il legno e la pietra. Per il restauro di questa piccola struttura rurale sono stati determinanti questi due materiali, lavorati seguendo tecniche antiche e recuperando tutto il possibile sul luogo. Il risultato è un accogliente chalet con tutte le comodità, realizzato con perizia e amore: qui nulla è banale o lasciato al caso. La sequenza dell’intervento ha visto un primo faticoso lavoro di sgombro del rudere e classificazione dei materiali recuperati. L’importante parte strutturale ha richiesto parecchio impegno, ed è stata svolta nel periodo di bella stagione, mentre durante i mesi invernali è stato eseguito gran parte del lavoro su misura successivamente installato in cantiere. Ogni singolo elemento è testimone di ricordi così come le pietre dei muri esterni con i loro licheni provano che il tempo scorre ma lascia una traccia indelebile…
Per gli interni sono state utilizzate le tavole centenarie recuperate sul posto, che convivono con i legni nuovi di larice e arolla, non trattati con sostanze chimiche in modo tale che nel tempo rilascino ancora il profumo tipico della loro specie.
Boiserie e arredi sono stati eseguiti con passione e pazienza, così come le decorazioni sui tarvi delle finestre, la scala che collega con il piano superiore ha richiesto perizia e fine ingegno. Gli abitanti di questi luoghi sono da sempre gente alla buona, grandi lavoratori, che trovano un punto di riferimento e sostegno nella fede; per questo nelle loro semplici abitazioni non mancava mai una croce lignea, simbolo a cui venivano affidate speranze e aspettative di vita. Il mayen è oggi un valido riparo durante i mesi invernali per gli uomini che si dedicano alla caccia, che rappresentava nei tempi passati una risorsa per il sostentamento della famiglia, mentre oggi è una selezione controllata; non mancano quindi i trofei a ricordo. L’inverno è una stagione magica in cui tutto si addormenta: la neve protegge la natura per fare posto con la primavera ad un’altra stagione di prati fioriti, pascoli e ruscelli.
Un paesaggio da contemplare e di cui godere la magnificenza, così come osservò qualche tempo addietro un alto prelato cardinalizio vestito di bianco che sceglieva la Valle d’Aosta per le sue vacanze definendola “un piccolo paradiso creato dal Signore” da preservare, amare e custodire per consegnarlo alle prossime generazioni.