

Editoriale
Published on number 43 of Images, Giugno 2019
Quando si parla dell’abitare in montagna, inevitabilmente, il pensiero rimanda ad un’architettura fortemente connotata da case con tetti a doppio spiovente, comignoli fumanti e deliziose finestrine con le tenducce a quadri… Senza nulla togliere a quest’immagine vernacolare, in questo numero della mia rivista vorrei accompagnare i lettori ad esplorare anche altri modi di vivere nel territorio montano, attraverso inaspettate architetture che, anche rifacendosi a canoni di tradizione nei materiali di costruzione, permettono di considerare altre tipologie di forme e possibilità. Vediamo così che soprattutto negli ultimi 10-15 anni l’architettura nei territori alpini è mutata radicalmente, sia nelle nuove edificazioni che nei recuperi di volumi esistenti.
il legame con il luogo del vissuto ha un’importanza basilare per quanto attiene al benessere del quotidiano
Non che la parola d’ordine sia “osare”, ma viceversa sia “mantenere”, perà contestualizzando l’intervento nella realtà di oggi. Se è vero che l’architettura fa parte di uno sviluppo ben più ampio che va oltre l’abitare, è tuttavia certo che storicamente il legame con il luogo del vissuto ha un’importanza basilare per quanto attiene al benessere del quotidiano. Qui si possono trovare forme innovative e altre volutamente custodite intonse, per arrivare a poter considerare davvero la montagna come luogo in cui ritrovarsi, tanto nella semplicità quanto nell’autenticità