

La casa nella casa
Published on number 48 of Images, Dicembre 2021
Campofei è una delle più importanti borgate del comune di Castelmagno (CN) in alta Valle Grana. Sita a 1489 metri di altitudine, ha una storia che affonda le sue radici nel Medioevo e deve il suo nome al limitrofo bosco del fei (faggio) citato anche in un documento contabile del ‘700.
La borgata presenta un’elevata complessità dal punto di vista della morfologia di impianto, in quanto si possono rilevare diverse fasi di espansione a partire dal nucleo medioevale attorno alla chiesa, dove trovano spazio le abitazioni principali che si aprono poi sui prati sovrastanti, contesi dalla presenza di ruderi di fienili e di sagome di faggi.
ph courtesy: Pier Maulini
La località ha visto il suo massimo splendore demografico a partire dalla metà dell’800, per subire poi repentinamente il fenomeno dell’abbandono in modo molto grave durante la prima metà del ‘900.
La storia di Campofei cambia quando nel 2009 quattro imprenditori decidono di investire nel recupero dell’intera borgata, dando avvio, con pochi interventi mirati, ad una rivitalizzazione economica del borgo attraverso la creazione di microeconomie legate alla filiera del noto formaggio Castelmagno e alla produzione di erbe aromatiche, quali occasione di lavoro stabile per i giovani e di recupero della governance del territorio. La prima grande problematica alla realizzazione di un progetto completo e omogeneo di paesaggio è stata quella della frammentazione della proprietà, risolta attraverso l’acquisto dell’intero nucleo con le rispettive pertinenze. Il progetto di recupero ha dovuto fin da subito scontrarsi con gli ostacoli legati ai criteri di intervento su un patrimonio diffuso il cui avanzato stato di degrado e di abbandono sembrava mettere in difficoltà i temi della conservazione tout court, rilanciando la sfida del progettare il dialogo tra antico e nuovo per la creazione di nuovi paesaggi.
ph courtesy: Pier Maulini
Gli architetti progettisti si sono avvalsi della collaborazione del prof. Daniele Regis del Politecnico di Torino. Nella ristrutturazione della casa in oggetto, un fienile di fine ‘800, sono stati mantenuti gli elementi originali: muri, tetto e balconi adeguatamente restaurati; i nuovi serramenti e le nuove pareti in legno che costituiscono la “casa nella casa” sono stati arretrati al perimetro interno delle vecchie mura per non invadere l’aspetto estetico originale. Il legno usato per i pavimenti e le pareti è di abete adeguatamente coibentato; nella realizzazione delle aperture di collegamento tra i piani si è usato ferro e vetro, contrapposizione “industrial“ alla pietra preesistente, così come la cucina e gli arredi disegnati su misura.
Divano, tavolo pranzo, mobile tv, letto, poltrona e illuminazione appartengono a note firme dell’arredo d’interni.