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Editoriale

Published on number 48 of Images, Dicembre 2021

Non è un concetto nuovo quello della casa-rifugio, a guardare indietro nel corso della storia, sempre più l’uomo ha cercato di costruire la propria abitazione ricreando un micro-mondo che corrispondesse alle sue necessità. Oggigiorno non dobbiamo più preoccuparci delle intemperie o di stoccare cibo per uomini e animali nelle abitazioni e allora gli spazi diventano sempre più sofisticati e specializzati… Guardo con curiosità ad abitazioni alpine dove nulla viene tralasciato e mi chiedo quanto questo genere di case sia logico o meglio: è opportuno ricreare in villeggiatura gli identici modelli da cui si dipende in città? Io sono convinta che al di là di abitudini, necessità e a volte esigenze di vari generi, vedi rappresentanza, il vero lusso in montagna è solo ed esclusivamente lo spazio.


“La casa-rifugio a cui penso è davvero il luogo accogliente e protetto in cui ascoltarsi ed ascoltare”


Per spazio intendo non solo la generosità di metratura, ma la possibilità di isolarsi in una dimensione in cui ci si riconosce, dove si possano conservare oggetti e ricordi e trovare l’armonia per staccare dal quotidiano… La casa-rifugio a cui penso è davvero il luogo accogliente e protetto in cui ascoltarsi ed ascoltare, dove si vive una realtà a contatto con la natura che in montagna ha una forza sorprendente in tutte le stagioni, un’abitazione in cui sentire che artigianalità e materiali locali, necessariamente a chilometro zero, quindi 100% sostenibili, sono davvero un lusso e lasciare gli scarponi fuori dalla porta per camminare scalzi su un pavimento in vecchie assi di legno o in grosse lastre di pietra, è un piacere a cui non vale la pena rinunciare… Quindi ben vengano case confortevoli, schiette ed essenziali nei materiali, ma con aperture generose, che lascino entrare luce e paesaggio, per godere appieno della natura alpina.

Marinella Vaula