Editoriale
Published on number 53 of Images, Giugno 2024
La nostra casa è il mondo, è indiscutibile in quest’era, ma esiste un ambiente in cui siamo noi stessi, la nostra mente è originaria, in cui non ci sono costrizioni, dove il nostro sé è più profondo, e questa è la nostra abitazione. È la casa lo spazio più certo dove tornare, il luogo più sicuro dopo le braccia della mamma… “Sentirsi a casa” ha un significato talmente profondo da risultare inesplorabile, è certamente il posto in cui proteggere e sentirsi protetti: quindi un involucro importante fatto di mura, tetto, finestre… ma soprattutto un contenitore capace di racchiudere legami, sentimenti ed emozioni, di rappresentare il nido a cui fare ritorno. Esistono connessioni che perdurano oltre l’immaginabile, sono i ricordi e le esperienze che le generano; emozioni legate a località e abitazioni che hanno originato e racchiuso momenti.
“… Esistono connessioni che perdurano oltre l’immaginabile …”
Sono certa che lo spazio aperto dei paesaggi alpini con quella verticalità che permea le“terre alte”, suscita in noi un profondo senso di rispetto in presenza di tanta grandezza: è questo il fascino della montagna, con la sua architettura protesa a proteggere da intemperie ed eventi naturali, che possono anche essere severi, e che ha prodotto un immaginario comune di abitazioni costruite nel tempo con materiali e tecniche locali, atte a rispondere ad esigenze funzionali specifiche. Oggi la capacità progettuale non si cura più delle avversità climatiche ed ha plasmato un’architettura che, anche grazie a tecnologie costruttive che ricercano il massimo comfort, risolvono sfide abitative in contesti impensabili ottenendo risultati stupefacenti. Si costruisce meno magari, forse si recupera di più, ed a volte si sceglie di mantenere quell’immagine d’origine che richiama e riporta a quei legami profondi, incancellabili, custoditi nell’anima.